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Ma avevamo veramente bisogno di una giornata che celebrasse il consumismo di massa?

Una giornata di origine americana, sempre più diffusa quella del Black Friday anche in Italia, un’occasione di shopping compulsivo e selvaggio che ha conseguenze devastanti sull’economia e sull’ambiente.

Cosa è il Black Friday e come nasce

Il “venerdì nero” è nato negli anni Ottanta in America. Viene celebrato ogni quarto venerdì di novembre, il giorno successivo al giorno del Ringraziamento, ed è tradizionalmente anche il giorno che dà il via agli acquisti natalizi. 

In questo giorno i negozianti offrono i propri prodotti a prezzi molto scontati che portano la clientela ad acquistare in modo sfrenato, causando talvolta anche problemi di ordine pubblico.

Negli anni questa tradizione è stata importata da molti paesi del mondo, trasformandosi in un’occasione di iperconsumo a favore delle grandi multinazionali, generando un gravissimo impatto sia sui lavoratori, spesso costretti a turni massacranti e in balia delle folle, sia soprattutto sull’ambiente.

Il Black Friday e le conseguenze negative sull’ambiente e sulla società.

È indubbio che gli sconti possano tornare utili per chi sa che ha bisogno di una cosa ed attende l’arrivo dei saldi per poterla pagare un po’ meno, ma è provato come la comunicazione accattivante, e i continui e massicci messaggi pubblicitari inducano i consumatori a comprare in queste giornate molto di più di quello che si ha realmente bisogno (lo scorso Black Friday sono stati fatti in media 12 acquisti al secondo solo su Amazon).

Negli ultimi anni quindi il Black Friday è diventato quindi uno dei giorni simbolo del consumismo più smodato, alimentando un’economia di consumo “usa e getta” senza pensare ai possibili impatti ambientali e sociali che questo spreco di risorse può generare: un pianeta letteralmente sommerso dallo spreco di oggetti di uso comune. 

1.L’impatto ambientale

Oltre al sovraconsumo di risorse, che il nostro Pianeta non è in grado di garantire, dobbiamo aggiungere infatti i mezzi di trasporto utilizzati per l’acquisto o per la consegna della merce e dell’impatto ambientale dei relativi gas di scarico, molto superiori a qualsiasi altro giorno dell’anno, soprattutto negli Stati Uniti.

Come se non bastasse, gli oggetti di consumo a breve termine riempiranno le discariche di tanta plastica da smaltire, sia degli oggetti stessi sia dal loro packaging.

2. L’impatto sociale

Oltre al consumo sfrenato e alle relative problematiche ambientali, bisogna pensare anche al lato sociale e psicologico della corsa verso i prezzi ribassati. In un’epoca totalmente fondata sul consumismo estremo, l’acquisto non diventa più avere possesso di un bene di cui abbiamo bisogno ma un modo per colmare una mancanza di felicità con un oggetto piuttosto che riscoprirla dentro di noi. Il bisogno compulsivo di acquistare prodotti di cui in realtà non abbiamo bisogno si trasforma quindi in una forma di dipendenza, esattamente come quella derivata da alcol, gioco d’azzardo e sostanze stupefacenti.

Per cui il nostro invito è, come sempre, quello di riflettere sulle conseguenze dei nostri acquisti prima di lanciarsi in compere folli ed inutili! 

E se proprio non riuscite, fate una lista delle cose che vi servono realmente per acquistare in modo responsabile e, quando fate shopping, preferite un articolo slow fashion piuttosto che fast fashion, premiate i piccoli artigiani, non le multinazionali, dietro le quali si intravede un abisso di impatti negativi sulla società e sull’ambiente.