Nella giornata mondiale della Terra ahimè ne vediamo di tutti i colori. Lo sappiamo, oggi essere “green” va di moda. Tant’è che molte aziende pensano che basti far finta di dimostrare una piccola attenzione all’ambiente, costruire una strategia di marketing per sistemare la loro immagine aziendale.

Ecco cos’è il greenwashing, dichiarare un’azienda sensibile ai temi ambientali, ma che in realtà ha processi produttivi inquinanti per l’intero pianeta. Un esempio? I tanti post sui social pubblicati in questi giorni, le numerose campagne promozionali e pubblicitarie che sostengono prodotti green e a basso impatto ambientale esclusivamente sulla base di un minor consumo di plastica, quando magari è l’intera catena produttiva a risultare dannosa e inquinante per l’ambiente (vedi saponi, detergenti…)

Si tratta di una strategia di comunicazione adottata da imprese, organizzazioni o grandi multinazionali che comunicano un impegno e un attaccamento alle politiche ambientali che in realtà non esiste. Lo fanno perché in questo modo la loro immagine migliora, diventa positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale e attraggono il consumatore ecosensibile che così si immedesima nella filosofia, in realtà finta e inesistente, di queste realtà.

COME EVITARE DI CADERE NELLA TRAPPOLA

Fortunatamente i consumatori sono molto più attenti a queste tematiche e le aziende devono prestare molta attenzione perché è aumentata la consapevolezza e la conoscenza da parte degli acquirenti. La soluzione è leggere bene l’etichetta di composizione, di produzione, gli ingredienti.. insomma informarsi il più possibile: informarsi sull’azienda verificare che i loro processi produttivi siano davvero ecosostenibili.

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